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Archive for the ‘la mia impronta sulla sabbia’ Category

LA PIZZA CHE NON TI ASPETTI.

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NormanRockwellMio nipote è piccolo e come tutti i piccoli ama le storie, soprattutto prima di dormire, quando le coperte fanno da rifugio ma la mente è ancora sveglia e vigile. E li, mezzo seduto e mezzo sdraiato rimirava la chiave rigirandola fra le piccole dita. Non aveva mai visto il suo uso, ma ne conosceva la storia.

  • Nonno, mi racconti ancora la storia della chiave?

Io, la storia della chiave la conosco bene e quindi, come spesso avviene, mi sono seduto sulla poltrona in fianco al letto, pronto alla recita. Ma prima dell’inizio un altra domanda ….

  • Nonno, veramente c’eri?

Feci si con la testa, sorridendo, si cucciolo, io c’ero e ricordo bene la storia della chiave.

  • Fino ad un attimo prima era un giorno come tutti gli altri, e ogni cosa aveva chiavi. Le automobili avevano chiavi, per accenderle, per spegnerle, per chiuderle. Anche le case avevano chiavi, alle porte, a tutte le porte, sia esterne che interne e dentro le stanze c’erano chiavi anche ai cassetti. Ogni informazione era sotto chiave e anche ogni altra cosa. Anche la mente aveva chiavi, per nascondere i pensieri perché la maggior parte dei pensieri era un segreto, pericoloso da svelare, perché non era un bel pensiero. Se non c’era la chiave il contenuto, si poteva star certi, sarebbe stato rubato. La gente rubava ogni cosa, denaro, oggetti, idee, pensieri e segreti. La gente rubava tutto ciò che, secondo la legge non scritta di allora, le avrebbe permesso di essere ciò che voleva, senza dover fare ciò che era necessario. I politici occupavano ruoli di cui non sapevano nulla, ma quella era la regola. Essere non era più, e da molto tempo, la fine di un cammino che prevedeva il fare. Essere era essere e il fare era un altra cosa. Fra le due non esisteva nessun legame. Il sistema di scambio delle cose, chiamato denaro, era più importante delle cose stesse e non ne prevedeva neppure la produzione o il commercio e anche quella era una chiave. Chi aveva il denaro poteva aprire e chiudere qualunque cosa, chi non lo aveva no e ….
  • Gli rubavano tutto?
  • Si, gli rubavano tutto. Ma un giorno, mentre una parte della terra era sveglia, una parte dormiva e un altra parte faceva colazione o raccontava storie ai nipotini, accadde ….
  • Cosa accadde Nonno? Arrivò il solletico?
  • Si, arrivò il solletico. Io stavo nella parte della terra che si stava svegliando. Era mattina presto ed ero ancora a letto, ma ero sveglio da un po’ a guardare il soffitto, mentre la Nonna dormiva beata.
  • È bella la Nonna quando dorme.
  • Si, è bella, ma per un attimo fu ancora più bella. Io stavo li tranquillo a pensare al lavoro che avrei dovuto fare. Non ero preoccupato, ero sereno, ma ad un tratto sentii un formicolio sulla punta delle dita. Aprii le mani davanti al viso e le girai. Tutto sembrava normale. Poi iniziò un formicolio alle dita dei piedi ed era piacevole e saliva, lungo le braccia, lungo le gambe, su fino alla testa e piano piano sembrava spingesse fuori qualcosa, lasciando allegria al suo passaggio.
  • Allegria? Ridevano le gambe?
  • Si, non saprei come altro dirlo, ridevano le gambe, sembrava un solletico. La stanchezza lasciava il posto alla freschezza e mi sentivo sempre più in forze, sempre più vivo. Poi la Nonna si girò, ancora addormentata, e la vidi in viso. Era luminosa, sembrava un angelo e stava sorridendo mentre dormiva. Fu allora che mi resi conto del silenzio tutto attorno, e poi della piccola pressione nelle orecchie come se si stessero tappando. Durò pochi secondi e poi “POF” si stapparono e di colpo l’udito tornò, ma più intenso, così come la vista, il tatto e tutti i sensi. Era una cosa strana, molto strana, e anche la luce che filtrava nella stanza sembrava più luminosa. Mi vestii velocemente e scesi in strada e mi guardai attorno. Tutti quelli svegli avevano fatto la stessa cosa. Di fianco a me sul marciapiede comparve il vicino. Non eravamo mai andati d’accordo e da un pezzo ci salutavamo a malapena. Mi infastidiva e io infastidivo lui, questo era chiaro. Ma quando lo guardai provai affetto, e nei suoi occhi notai la stessa cosa. Provai allora a pensare alla rabbia,  alle cose o alle persone verso le quali provavo ancora quel sentimento, ma non c’era, la rabbia se n’era andata. Lui mi guardò e fece si con la testa, come se leggesse il mio pensiero e disse, “è andato via”. Chi è andato via gli chiesi, e lui puntò un dito alla sua fronte “il mondo cattivo, è andato, non c’è più”.
  • Ed era vero, il mondo cattivo era andato via?
  • Si, era vero, ma nessuno seppe dire come accadde. Fatto sta che da quel momento tutto ciò che non era buono, che non era di aiuto, che non era vero o utile a tutti in generale prima che a pochi in particolare venne guardato con stupore. Ognuno si chiedeva cosa ci facesse quella cosa in quel posto. Io misi la mano in tasca e tirai fuori le chiavi, lo fecero in molti. Le guardavo come se si trattasse di una cosa strana. Dover chiudere qualcosa quando in natura nulla chiude niente, era un idea che sembrava stupida. Anche se un ora prima non lo era per nulla. Tutta la gente del mondo visse la stessa cosa. I soldati guardavano le armi come se si fossero materializzate in quel momento e le posarono. Alla TV vennero mandati film per giorni interi perché ciò che avevano in programma di dire non aveva più senso e nessuno lo voleva più dire. La gente guardava il denaro che aveva in tasca come se lo vedesse per la prima volta e poi uno disse “stasera tutti a cena in contrada” e tanto bastò, era una bella idea e da allora ogni bella idea trova consenso immediato. Ogni strada, ogni singola strada venne imbandita. Da ogni casa uscirono tavole e tovaglie, piatti e bicchieri e sedie. In ogni casa si preparò del cibo e come chiamati da una voce interiore, tutti ci sedemmo nello stesso istante. Era bello, era strano, era emozionante. Poi tutti assieme iniziammo a parlare con chi era seduto vicino, a prendere il cibo, ad offrirlo, a bere, ridere e scherzare. Non c’era stato nemmeno bisogno di spiegare, di giustificare.
  • Ma cosa era successo Nonno?
  • Nessuno lo sa. Alla TV smisero di dire le solite bugie e con molta onestà dissero che nessuno lo sapeva. Sembrava una vibrazione cosmica, ma di più non si poteva dire e poco a poco fecero conoscere tutte le scoperte che fino al giorno prima erano tenute segrete. Nessuno si scusò, tutti sapevano che era inutile farlo. Le macchine smisero di avere motori inquinanti, le banche chiusero i battenti, le assicurazioni pure, anche le case farmaceutiche e le porte smisero di avere le serrature.
  • È una bella storia Nonno, domani me la racconti di nuovo?
  • Certo, domani e anche il giorno dopo, buonanotte.

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wallsabato 7 dicembre 2013

Fra poco più di 24 ore, nella tarda serata di Domenica 8 inizierà la protesta annunciata. Blocchi stradali, paralisi dei trasporti e conseguente paralisi economica del paese. Pochi ma sufficienti i partecipanti, molti quelli che stanno a guardare, speranzosi che qualcosa di migliore venga prodotto, che si possa tornare a “come era prima”. Entrambi insoddisfatti ed entrambi apparentemente senza un vero progetto per il futuro.

E io voglio invece portare l’attenzione sul futuro, un futuro molto prossimo.

Ci sono solo DUE ostacoli da gestire in modo repentino e poi ogni altra soluzione potrà essere attuata. Se questi due fattori non verranno risolti, a mio avviso, nessuna soluzione efficace potrà essere messa in campo, a meno che non sia uno specchietto per le allodole.

Il primo ostacolo riguarda l’energia, petrolio incluso. Non siamo autonomi in merito e quindi possiamo essere “ricattati” ma l’Italia è il paese del mediterraneo con la più grande potenzialità in materia di “energia alternativa”. Ne avremmo da vendere, e i motori elettrici esistono da anni, senza contare quelli ad idrogeno o in genere alternativi. Fra inventori (minacciati o scomparsi nei modi più strani) che hanno la tecnologia per lampadine che durano 100 anni, motori di auto che con 4 litri di acqua fanno 1000 chilometri ecc abbiamo di che risolvere i problemi energetici. Quindi il primo, primissimo progetto riguarda questo punto. Conversione di tutto ciò che va a petrolio o fonti che non abbiamo in energia che invece possiamo produrre direttamente.

Il secondo ostacolo riguarda il “sistema” che non starà a guardare una Nazione, fondamentale nelle strategie geopolitiche, che si sfila dall’Euro, che nazionalizza le banche, che si svincola da tutto e tutti e punta a produrre in primis per il mercato interno (con cui avremmo da lavorare tutti con una qualità che pochi altri sanno produrre) lasciando il mercato esterno (import/export) come opzione valutabile in futuro, quando i problemi interni (energia, lavoro, sanità, istruzione, trasporti, ecologia, ecc) saranno risolti completamente. Ripeto non staranno a guardare e con le scuse più pazzesche interverranno militarmente non potendo minacciare l’embargo (potrebbero solo con il petrolio, il resto noi lo produciamo in casa). La storia recente è piena zeppa di scenari in cui “le forze di pace” sono intervenute con le scuse più strambe, ovviamente per “salvare la democrazia” e la “libertà”.

Se la risposta al primo problema è strettamente tecnica, la risposta alla seconda invece è tattica. Non possiamo, in quanto civili, competere militarmente e non dobbiamo nemmeno provarci. La cosa da fare passa per il dissenso totale anche se dobbiamo tener conto di eventuali tentativi di prevaricazione ai quali dovremo rispondere.

Se non siamo pronti a questo temo che qualunque “soluzione” sarà solo un passare dalla padella alla brace nel medio termine, anche se al momento avremo la sensazione di aver fatto qualcosa, il che è vero, è meglio dell’ignavia che sembra aver avvolto questo paese.

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curiosoAmare qualcosa o qualcuno significa tenere a quella cosa o persona e averne cura, difenderla e non permettere che nulla di male accada, questo in breve sintesi significa amare. Amarsi non è differente e chi non tiene a se stesso, alla propria cura e difesa e permette che accada qualcosa di male, pur sbandierando ai quattro venti l’amor proprio, di fatto non si ama.

Ora, qualcosa di male può sempre accadere, la vita è un viaggio a volte impervio, ma permettere che ciò avvenga è masochismo, non amore. Qualcosa di male a volte è inevitabile, purtuttavia si cercherà di evitarlo in tutti i modi.  Ciononostante non si può evitare il pericolo che neppure si conosce, questo è un fatto, in quella misura giustificabile, almeno la prima volta.

Ma cosa dire di un pericolo manifesto, dichiarato, studiato e denunciato centinaia di volte da centinaia di persone diverse con i mezzi più disparati, verso il quale non si presta la minima attenzione nonostante sia presente nella vita di ognuno 24 ore al giorno 365 giorni l’anno e provochi le sofferenze e le ingiustizie più eclatanti?

Si può ancora parlare di amor proprio? O piuttosto è giusto parlare di malcelato masochismo?

L’ignoranza a volte può risultare fatale. Lo capisce un genitore che insegna al proprio figlio ad attraversare la strada, lo capisce una guida Alpina che avvisa il gruppo di ciò che si può e non si può fare, lo capisce chiunque o quasi, ma stranamente non ha la stessa importanza se rapportata ai vari soggetti. È importante che il figlio colmi la propria ignoranza del codice della strada, ma non è altrettanto importante che il genitore colmi la propria ignoranza in merito a ciò che sta investendo lui e il figlio come e peggio di un camion con tutte le conseguenze del caso.

Il genitore dice “guarda prima di attraversare” segui con lo sguardo le macchine e agisci di conseguenza, ma poi lui stesso non segue altro che le macchine, come se quello fosse l’unico e più grave problema.

Solo nella giornata odierna, senza cercarle, mi sono giunte sul piatto alcune notizie di quelle che dovrebbero turbare molto più di un attraversamento stradale.

La prima notizia si trova qui

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/19/ricetta-jp-morgan-per-uneuropa-integrata-liberarsi-delle-costituzioni-antifasciste/630787/

Fresca fresca e dovrebbe far sorgere qualche dubbio, almeno una piccola ricerca, almeno fino a scoprire che la JP Morgan fu una delle artefici del crollo del 1929.

La seconda è questa

http://www.signoraggio.it/unicredit-dichiara-che-e-disponibile-alla-confisca-dei-soldi-dei-correntisti-per-salvare-le-banche/

E in una certa misura fa il paio con quella sopra. A questo punto l’interesse dovrebbe crescere. Uno si guarda attorno e pensa, vuoi vedere che questa crisi è artificiale? Vuoi vedere che è fatta a tavolino? E per quale motivo? Da chi?

Magari si inizia un gioco interessante, al posto del solito “puzzle Ravernsburger” si cercano i dati, si stampano e ritagliano le informazioni e le si mettono su un tavolo in modo che formino un immagine. È un gioco interessante e mostra la scena in modo abbastanza chiaro, almeno quanto si nitida la visuale con la foschia, il che è sempre meglio che attraversare ad occhi chiusi.

La terza è questa

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/14/datagate-ovvero-barack-obush-2/626100/#.UcXaScUVL6U.facebook

E la quarta è questa

http://www.nexusedizioni.it/geopolitica/tag/elite/

Quattro tessere per iniziare il puzzle più intrigante e utile che tu abbia mai costruito, che istiga ancora di più alla ricerca, alla comprensione, all’analisi della situazione. Che ti permetterà di vedere una scena molto più grave di un attraversamento pedonale. Insomma, se ti ami li segui …. gli indizi.

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vvvLa prova dello sforzo consiste appunto nel mettere sotto stress il cuore, magari camminando su e giù per le scale e poi vedere quale sia la soglia critica. Oltre una certa soglia ci sono problemi e la soglia non è uguale per tutti. Io credo che questo ambiente, questa società, siano state volutamente imbottite di “situazioni stressanti e confusione” in ogni ambito, dalle informazioni all’inquinamento, dalla sicurezza al credo, in modo tale che all’aumentare dello stress compaiano criticità.

Ad alcuni prima, ad alcuni dopo e ad altri non accadrà quasi nulla.

Quando il cuore è sotto stress e arriva al limite il corpo smette di rispondere ai comandi e il controllo viene meno, e lo stesso vale per una mente stressata. Chi si dimentica il figlio in macchina e va al lavoro, chi lo lascia di proposito per andare alle slot, chi si suicida e chi pur non avendo fatto nulla del genere semplicemente si sente confuso e incapace di reagire efficacemente. Non siamo tutti uguali, non tutti possiamo salire otto piani di scale e arrivare nelle stesse condizioni anche se in tempi diversi.

Uno degli errori principali è quello di cercare “il motivo” in quanto non è “uno”. Sono svariati i motivi e nel libro “Scalata alla Libertà” elenco quelli che secondo me sono i principali a cui fornisco le soluzioni che ho adottato personalmente. La propria libertà va prima costruita e poi difesa, ma l’evidenza è che solo poche persone hanno fatto azione preventiva, i più non ci hanno pensato e ora sotto stress vacillano quasi disconnessi dal mondo che li circonda.

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 Leggo troppi libri fantasy, è il mio rifugio. Spesso scappo ad occhi aperti in quel mondo fantastico, a volte come ultimo pensiero cosciente prima del sonno a volte come vera e propria fuga da ciò che vedo, da ciò che penso in merito a ciò che accade nel mondo. A ciò che è accaduto. A ciò che accadrà.

Quanto vorrei avere il potere di risvegliare le menti, di togliere il male fisico e il male spirituale.
Mi immagino in un campo di notte, una radura illuminata dalla luna e un bastone in mano. Un lungo bastone con il quale batto il terreno. Ogni colpo irradia una luce, come un sasso in uno stagno. Un’onda che si espande inesorabile su tutto il globo. Ogni colpo una maledizione si spezza, l’odio, l’invidia, la paura e un colpo alla volta ogni veleno della mente e ogni male del corpo svanisce. Una lunga notte e all’alba la gente si sveglia consapevole solo di non avere più quell’istinto, quel problema. Chi rubava smette e pensa a come rimediare. Si autodenuncia. Il derubato accoglie la preghiera e torna a fidarsi. La caduta verso l’abisso è bloccata, ora si ricostruisce con un nuovo punto di vista. Il bene comune. Ora la gente vuole vivere e non sopravvivere. Vuole ballare e non da sola, senza obbligare l’orchestra.

Indubbiamente ho letto troppi libri fantasy, il mio rifugio da questo inferno di inconsapevolezza che sembra generato in modo analogo e contrario. Un colpo alla volta un veleno alla volta.

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La piaga del mondo, la prevaricazione, non cesserà mai e servirebbero secoli per infondere anche solo una cultura che la relegasse nei desideri sopiti della gente. In Italia ciò è semplicemente utopistico presi come siamo (includo anche me per quanto nutra la speranza di non soffrire di tale morbo) dal dilagante menefreghismo dell’altrui sorte a beneficio totale del proprio interesse. Qui nemmeno i secoli basterebbero.

Ma laddove il buon senso e l’esempio non bastano, può ancora il vincolo e l’obbligo. All’italiano serve qualcosa che renda inutili i suoi sforzi di fottere il prossimo. Il mio progetto verte anche e soprattutto a questo ambito traguardo.

La gestione delle risorse (economia) e la gestione della comunità (politica) vengono prese in considerazione con lo scopo di ottenere armonia, benessere e impedire quanto sopra.

Come fulcro di partenza si prende il comune, in quanto luogo circoscritto contenente sia persone che risorse. L’accorpamento di centri abitati e dei loro territori in comuni non al di sotto dei 10.000 abitanti è una buona cosa, in questo modo si eliminano spese inutili. Il comune quindi comprende territori e persone. Tradotto, si potrebbe semplicemente dire che il comune contiene persone e mezzi per garantire il benessere a tali persone. Le persone hanno bisogni primari e secondari oltre a bisogni inutili ma che hanno il loro fascino. Si inizia con i bisogni primari e secondari.

 Bisogni primari:

  1. Cibo
  2. Casa
  3. Salute
  4. Vestiario
  5. Energia

Bisogni secondari:

  1. Svago
  2. Ambiente
  3. Cultura

 La coordinazione di quanto sopra necessità della legge che con il tempo, pur non cadendo in disuso, verrà semplicemente sostituita dal buonsenso. Quando le persone utilizzeranno il buonsenso nessuno avrà più la necessità di imporre la legge, pur essendo quest’ultima esistente e impugnabile. Dovrebbe comunque esistere un organo che si attivi per far applicare la legge quando necessario. Direi che in ogni comune dovrebbe essere presente un giudice di pace, credo che passeranno anni prima che l’abitudine alla diatribe lasci il passo alla serena convivenza e solo allora si potranno a mio avviso ridurre i posti occupati dal giudice di pace, riservandone uno a più comuni accorpati.

 La legge viene decisa a carattere nazionale con referendum di massima che tracciano linee guida. Qualcosa tipo “l’altezza minima e massima di uno stabile” o cose simili, con le specifiche in merito a “città, campagna, montagna e mare”. A livello provinciale dovrebbe esistere un ufficio con non più di tre persone aventi il compito di viaggiare per il loro territorio e segnalare eventuali disfunzioni, segnaletiche difettose, strade dissestate, servizi non conformi ecce cc. La legge è semplice, senza mille fronzoli, mille variabili. A questo fine si dovrebbe dare in mano ad un gruppo di “specialisti” la costituzione e le leggi e chiedere loro di sfrondare le seconde al fine di far applicare la prima. Le leggi vengono espresse per difendere i diritti, impedire i soprusi, agevolare la vita comune. Gli applicativi, nel merito, dovrebbero essere poi formulati per la gente del comune e fatti votare dalla gente del comune avente diritto. In buona sostanza, a livello nazionale la legge potrebbe dire che ogni comune deve dotarsi di un sistema di produzione energetica autonomo, ma è chiaro che il comune situato vicino a un fiume lo potrà fare sfruttando le correnti, quello lontano lontano sfruttando il vento o il sole o altre fonti (magari applicativi derivati dalle invenzioni di Tesla). La legge deve anche dare priorità al benessere del popolo incentivando il lavoro e la produzione locale a discapito del lavoro e della produzione lontana o addirittura estera, questo è il concetto di km zero e minimo impatto ambientale. Inoltre la legge deve garantire un alto livello di qualità dei prodotti o comunque ottimo livello di qualità fra quelli accettabili per il singolo prodotto. La legge deve anche impedire l’impatto ecologico e ambientale che la produzione, i prodotti in se, o la semplice gestione del quotidiano possono avere, non devono essere utilizzati componenti nocivi per la terra, il raccolto o le persone, solo per avere un maggior raccolto e un più alto profitto. Quindi la spinta verso prodotti naturali, privi di agenti chimici, di OGM deve essere forte, lo stesso si dica per la movimentazione che deve andare in direzione di mezzi con motori non a combustione da elementi petroliferi, questo anche per non essere succubi di altri paesi produttori.

 Le uniche due cose che non produciamo e che potrebbero creare problematiche notevoli vengono così risolte. Energia, gas e petrolio. In un sol colpo vengono abbattute le attività inquinanti e ci si sottrae dalle politiche straniere. Tutto il resto può essere realizzato sul territorio.

 In natura esiste un sistema che determina “bilanciamento – auto-correzione – ritorno all’integrità”. Questo sistema ha un suo metodo di spiegazione, mutuato dalla forma geometrica del “toro”. Una forma che si trova costantemente in natura, anzi per così dire, sembra proprio che si possa definire una sorta di codice sorgente. Basta osservare il campo magnetico terrestre, quello umano, quello di un atomo per rendersi conto che è così. Basta osservare il ciclo di vita di una pianta e altro ancora. La mia teoria si basa su questa osservazione, sull’osservazione di cosa è accaduto nella storia e sul buonsenso e la logica. La mia teoria non si basa su “un’ottimizzazione di quanto fatto fino a ora” ma è molto più simile ad un incendio che non risparmia nulla, permettendo un nuovo sviluppo a partire dalla semente, dall’idea nuova (si fa per dire dato che è il codice sorgente).

 Per rendere inutili gli sforzi di fottere il prossimo, bisogna prima di tutto vedere “come” il prossimo viene fottuto e per quale motivo. Il prossimo viene fottuto per renderlo incline a produrre per aumentare  e obbligare al consumo. L’economia del profitto, lo sviluppo di necessità percepite fasulle e l’obsolescenza programmata sono i tre strumenti di morte della civiltà. Sono strumenti che spingono la gente a distruggere nel tentativo di salvarsi. La cosa semplicemente non si nota perché si svolge lentamente rispetto alla frenesia della vita quotidiana. Provate a immaginare uno stadio pieno di gente, sugli spalti e sul campo, 100.000 persone in tutto. Immaginate che tutte le uscite tranne una vengano bloccate e che poi qualcuno si metta a urlare che c’è una bomba in mezzo al campo. Le persone immediatamente cercano l’uscita, ognuna interessata solo a salvare se stessa a uscire per prima, scene di isteria dove la gente dietro tira la giacca a quella davanti nel tentativo di sorpassarla e guadagnare un posto. La gente perde il controllo, la paura è tanta, la confusione la fa solo aumentare, una sola uscita e nulla che non si sia disposti a fare per arrivare alla porta, poi una volta usciti si vedrà. Ognuno per sé a discapito di ogni altro se necessario. Ora rallentate il filmato, un secondo fatelo diventare 1 mese e guardate. Non sembra accadere nulla vero? Eppure accade. A velocità normale spaventa, rallentato non si nota. Provate riavvolgere il nastro della storia economica dell’ultimo secolo e trasformare un mese in un secondo di proiezione. Ogni dodici secondi un anno, a partire dal 1900. 120 secondi dieci anni, 1.200 secondi l’intero secolo più altri 150 secondi per arrivare ad oggi. 1.350 secondi. In meno di 23 minuti vedrete la stessa scena. La calca, i morti calpestati dagli stessi spettatori, ognuno interessato solo a sé stesso, ognuno interessato solo a guadagnare l’uscita e l’uscita era la sopravvivenza, il profitto, la vita migliore, più agiata, più alla moda a scapito di tutto e tutti. Spaventa vederlo, ma a velocità normale non si nota.

 L’economia del profitto, le necessità fasulle e l’obsolescenza programmata (ma non tralasciamo l’immane lavoro svolto dal Marketing per generare l’obsolescenza percepita) devono essere rese inutili e non più praticabili. In un comune dove i bisogni sono conosciuti e dove la gente acquista solo cose provenienti dal comune stesso, è praticamente inutile cercare una maggiore produzione, tanto non verrà acquistata.

 Chiaramente possono esserci comuni che, a causa di situazioni territoriali o climatiche, si trovano con la necessità di sbilanciare la loro produzione in un verso arrivando ad avere un surplus di qualcosa e una carenza di altro. Questo può avvenire anche quando si cerca di avere il massimo del bilanciamento. In questo caso i comuni (i comuni e non i privati) possono allacciare rapporti economici con altri comuni in modo da “fondere” le proprie economie. Non sto parlando di un libero mercato, ma di un comune di montagna che stringe rapporti con un comune di pianura, sempre lo stesso da quel momento e che unisce i due territori, il meno distanti possibile, al fine di produrre per entrambi i comuni il necessario. Chiaramente si deve trattare di un gemellaggio stabile, senza possibilità di cambiamento. Non si fanno commerci, ma scambi. Uno produce vino per entrambi e l’altro formaggio per entrambi e chiaramente prima di tutto si deve aver dichiarato di cosa si possiede il surplus e trovato chi è interessato a quel surplus dichiarando a sua volta un surplus interessante per il primo. Il fatto che non ci sia denaro in mezzo non istiga nessuno a fregare nulla e arricchirsi. Non ci sono fabbriche nei comuni, nessuna fabbrica che produca per l’esportazione di nessun tipo. Ci sono luoghi dove si svolgono le attività che servono e dove ogni persona contribuisce con quanto richiesto. Ci sono i forni, i fornai a turno e gli aiutanti a turno. Ci sono le signore che fanno la pasta e la fanno per tutto il paese. Ci sono i vetrai, i falegnami.

 In comune esiste una lista, in questa mia visione delle cose, con le prossime necessità e le persone chiamate a quelle necessità a fronte di impegni presi precedentemente. In questo modo io posso trovare il mio nome come aiuto fornaio, dalle alle, il lunedì e martedì, e poi vedermi assegnare la raccolta della legna il giovedì mattina, con un carro di compaesani che parte per il bosco, legna per il pese chiaramente, per la comunità. Ogni persona lavora per un ammontare di 6 ore al giorno e magari le può accumulare, invece che 5 x 5 giorni può richiedere 8 x 3 giorni e il resto lavorare per sé, a casa, dato che ognuno è libero di creare ciò che desidera in casa propria, per sé ovviamente dato che non può essere venduto, ma solo scambiato al limite ed è inutile scambiarne molto.

 All’interno del comune vengono riattivati tutti i posti e i lavori necessari al fabbisogno del comune stesso, cosi come era un tempo, nemmeno molti anni fa. Ci sono fabbri, fucine e fornaci, ci sono falegnami e boscaioli, cavatori di ghiaia e vetrai, sarti, tessitori e filature. Tintori, materassai, spazzacamini, muratori, pompisti, dugalieri, macellai e tutto il resto. Dio mio, nessuno lavora molto, nessuno lavora per arricchirsi, ognuno lavora per ogni altro e per sé.

Ogni persona ha a disposizione una casa adeguata e un pezzo di terra per la propria personalissima gestione famigliare. In questi spazzi egli può fare ciò che vuole per migliorare le proprie condizioni. Allevare, farsi l’orto, il giardino, costruirsi le cose, i mobili, ecc . Non è vietato abbellire la propria dimora a patto di farlo da sé o al massimo in cambio di cose fatte da sé. Uno che volesse la ringhiera in ferro battuto ma non si sentisse all’altezza dell’opera, potrebbe andare dal fabbro, vedere se è disposto a farlo lui e in cambio di cosa che egli possa fare, semplice no?

 In questa mia visione la gestione politica sarebbe facilissima, ogni politico verrebbe eletto sulla base delle capacità effettive, sarebbe in carica “x” anni e basta e alla fine del mandato, verrebbe giudicato in base al lavoro svolto, esattamente come per l’imperium romano che dava poteri forti per un dato tempo e tolto il quale si ridiventava cittadino comune pronto a ricevere gratificazioni o condanne secondo il lavoro attuato, senza se e senza ma. Il compenso per tale incarico si potrebbe valutare nella misura in cui egli, lavorando a tempo pieno per la comunità, non avrebbe tempo per gestire i propri affari di casa, quindi gli si potrebbe dare, per la durata dell’incarico dei benefit superiori, ma credo che alla fine lavorerebbe 6 ore al giorno come tutti gli altri, solo con l’onore di poter lasciare la sua impronta in modo più marcato facendo a gara a chi fra lui e i predecessori abbia fatto di meglio e più di valore.

 Nessuna moneta, o meglio, nessuna possibilità di far soldi con i soldi. Nessuna borsa valori, nessuno che faccia prestiti in denaro. L’interesse come scambio nel prestito ci stà, e in effetti credo sia giusto che a fronte di un prestito di un sacco di sementi, si possa ritornare un fiasco di buon vino oltre al sacco prestato, ma la cosa finisce li. Il resto del tempo lo si passa a godersi i figli, istruire i nipoti, sviluppare diavolerie per migliorare la vita, abbellire, creare, giocare, far l’amore, cantare, viaggiare e tutto il resto che una persona considera un sogno. Non in tutti i comuni verranno create diavolerie migliorative uguali e laddove una venga realizzata verrà messa a disposizione di tutti. Sembra comunismo? Non lo è, nel comunismo, è vero, vige l’idea che “tutto è di tutti” ma in realtà esiste anche una cosa tipo “tu lavori anche per chi non lavora” mentre qui non c’è questo punto di vista, tutto non è di tutti, esiste la proprietà privata e al tempo stesso ognuno contribuisce senza che vi sia un “comitato” di nessun genere. Qualcuno potrebbe obiettare che sarebbe un ritorno al dopoguerra, e la mia risposta sarebbe SI !!! un SI diretto e forte, gridato da chi sa bene cosa significhi avere acqua pulita nei fossi, avere i sapori veri della terra, avere il gioco vero della vita, senza le minchiate che oggi rimbecilliscono la gente. Si tornino a scrivere le lettere, a giocare con la dama, a godersi la natura, (e comunque non è vero che quello sarebbe il mondo, ma in realtà sarebbe solo con più benessere di allora e meno porcherie di oggi).

 Questo è il mio progetto politico ed economico. Secondo me, le cose cosi funzionerebbero e ci si divertirebbe un mondo. Come è evidente, non sono per nulla convinto che i “traguardi” raggiunti dalla civiltà siano un bene, anzi, baratterei subito quello che ho in più rispetto a quello che avevo nel 1966 pur di tornare la, consapevole di quello che avrei e disposto a battermi per non farmelo rubare di nuovo. E poi non credo sia una cattiva azione toglie

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Torna all’attacco sotto mentite spoglie e lui di menzogne se ne intende.

Dare il mandato al fiero GRUNF di formare il nuovo organico è un’azione abbastanza rischiosa, ma nessun altro è disponibile per la missione suicida. La vecchia élite ha fallito, la CARIATIDE dorme di continuo e più che giocare con SQUITTY non fa. BOB ROCK è impresentabile, ormai si incazza con chiunque e chiunque si incazza con lui. A nulla è servito far leva sul povero vecchio decrepito GEREMIA  per impietosire il pubblico, e mentre il CONTE OLIVER spazzola ogni bene e promuove una svendita che “è un affarone”, il nostro GRUNF è alla ricerca di un volto nuovo, da poter manovrare a piacimento. Ovviamente parlerà con la voce del N°1 da dietro le quinte, ma almeno darà una nuova immagine, nella speranza che nessuno immagini chi tira le fila. GRUNF ha una foto e un nome e lo sta cercando …. si chiama ALAN FORD il nuovo simbolo, la nuova speranza, l’ultima di far rivivere il gruppo più strampalato e truffaldino al mondo. Se lo vedete in giro ….. per il suo e il vostro bene, sequestratelo !!!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/05/berlusconi-rinnova-il-pdl-depositato-il-marchio-italia-pulita/252308/

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Io sono di Mantova, come dicono da noi, “al di qua del fiume” giusto per indicare che siamo a nord del Po’. Fiero di essere Lombardo? Direi che non me ne può fregare di meno. Sono fiero di essere quello che sono, fiero di avere avuto i genitori che ho avuto e di aver conosciuto la maggior parte della gente che ho conosciuto, ma fiero di essere lombardo è una cosa che proprio non comprendo. Inoltre Virgilio, l’antico e famoso poeta, nasce a Mantova ma viene sepolto a Capua in quello che allora era un Impero unico e un pochino più vasto.

La nebbia d’inverno, all’alba, in riva al fiume è qualcosa di magico, ma non vedo perché dovrebbe essere migliore di un’alba vista da Taormina. Diversa semmai, ma perché migliore?

L’Italia non si divide in Nord e Sud, ma in persone oneste e disoneste.

Al nord abbiamo le zanzare, al sud la malavita, ci sono vagonate di persone oneste sia a nord che a sud e quantità notevoli di disonesti, da una parte e dall’altra.

Nord e Sud è un altro dei finti problemi che i media e la politica ci mettono sul piatto come tema fondamentale per distratte e confondere le menti mentre fanno i loro porci comodi, da nord a sud prendendo per il culo tutti indistintamente. Nemmeno il mago Silvan sarebbe stato così in gamba nel distrarre il pubblico. Nord vs Sud. Padroni vs Operai. Milan vs Juve. Inter … (ok, ho esagerato, l’Inter è l’eccezione che conferma la regola …. Scherzo).

Distrarre, dare falsi problemi da risolvere, creare le fazioni e farle litigare. Nord contro Sud, poi Nord padroni contro Nord operai e Sud operai, poi Nord Operai contro Nord padroni e Sud padroni, poi Nord Milanisti padroni e operai contro padroni e operai Juventini …. Mille fazioni, inutili ma alimentate con testate giornalistiche dai costi esorbitanti, trasmissioni ogni giorno della settimana. L’attenzione sempre li, pubblico impegnato in facezie inutili mentre il borsello viene sfilato, tanto al Nordista quanto al Sudista, tanto all’imprenditore quanto all’operaio.

Io amo i bei posti e il Sud ne è pieno e sarebbero anche migliori se la brava gente che li abita non fosse stritolata da secoli di oppressione. Magari un uomo del Sud non avrà mai la cura per l’ambiente che potrebbe avere un Tirolese (non ne sono poi così sicuro, fra Avellino e Benevento ho visto case tenute in modo splendido e contrade pulitissime). Amo i bei posti del Nord e li amo in quanto bei posti, buona cucina, buon vino.

La tecnologia ha fatto passi da gigante, in ogni parte del mondo e credo che l’unico motivo per cui le zanzare non vengono rese innocue o addirittura estinte, sia per poter vendere tonnellate di insetticidi, creme e zampironi. La Polizia e l’Intelligence hanno certamente i mezzi per sgominare la malavita, ma probabilmente si tratta dello stesso discorso delle zanzare. Fanno comodo a qualcuno e quindi … rimangono.

Probabilmente la cosa che manca alla gente, sia essa del Nord o del Sud è la verità. Forse con la verità le persone inizierebbero ad unirsi e godere assieme delle risorse, tradizioni e cultura di questo bellissimo paese. Forse con la verità la gente si accorgerebbe che il paese non è più loro, che è in mano a strozzini, macellai, malavitosi e speculatori di ogni sorta.

Forse con la verità si creerebbe un alleanza solidale che un giorno porterà a dire, sono una bella persona e vivo in mezzo a belle persone, che siano del Nord o del Sud, Italiane o di altre Nazioni. Quello si sarebbe un bel posto per vivere e crescere i figli.

Per quanto posso, cercherò di essere un’altra goccia nel mare di quelli che provano a spizzichi e bocconi, togliendo i fronzoli che distraggono inutilmente, a spiegare la verità di alcune cose o almeno a spiegarle in modo che possano essere comprese e rese funzionali.

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La mente umana è veramente uno strumento fantastico. Se ritiene una cosa incredibile (non credibile), semplicemente la cancella dalla vista. Per questo motivo i Maya non videro le navi di Cortez, era incredibile, impensabile e quindi impossibile che esistessero imbarcazioni così grandi e non le videro anche se erano ben in vista. Per lo stesso motivo la CIA per anni non si accorse di essere spiata dal KGB direttamente dalla finestra del palazzo di fronte. Era impossibile, incredibile, inimmaginabile e quindi non visto.

 Questa cosa, dagli esperti della mente, è conosciutissima da moltissimo tempo e a tal proposito vi è una regola “per nascondere qualcosa si deve solo renderla incredibile” e poi la si può lasciare in vista ed essa non sarà mai notata. Pur non facendolo apposta è la tecnica di certi maniaci, serial killer e deviati che fanno una vita “rispettabile” e non suscitano MAI alcun sospetto (tranne che per il tenente Colombo chiaramente, o la signora in giallo).

  Vediamo cosa sarebbe incredibile in merito alla nostra situazione:

  1. Sarebbe incredibile che tutta la finanza mondiale fosse basata su bit di computer e non su qualcosa di tangibile. Sarebbe come dire che i contratti di compravendita di arance non sono basati sulle arance ma solo sull’inchiostro che sporca il contratto, e che le arance in realtà non esistono. Assolutamente impensabile.
  2. Sarebbe incredibile che le fonti di comunicazione planetarie, da Sky al Times, da canale 5 alla CNN fossero in mano a pochissime persone che possono comunicare quello che vogliono e causare “verità” a piacimento. A dire il vero, sarebbe incredibile che OGNI fonte “ufficiale” di comunicazione, comunicasse SOLO quello che gli viene detto di comunicare. In fin dei conti lo sanno tutti che i giornali e le TV sono private e libere, no?
  3. Sarebbe assurdamente incredibile che qualcuno avesse come scopo finale quello di installare un microchip sotto pelle a ogni persona sul pianeta per controllarla elettronicamente, da un punto di vista di salute, finanza, comunicazione, movimento ecc.
  4. Sarebbe fantascentificamente incredibile che step by step si creasse ad arte (apparentemente casuale) un ambiente pericoloso a tal punto da portare la gente a richiede il microchip sia per comodità (fare la spesa, transitare alla cassa e uscire con lo scarico sul conto corrente) sia per la sicurezza (rintracciabile sempre e ovunque e con lo stato di salute verificabile al computer). In un mondo come questo, chi è che non vorrebbe sapere come stanno, dove sono e cosa fanno i propri figli ? É incredibile anche pensare che ogni sistema di controllo che viene venduto, permetta a chi acquista un controllo su alcuni aspetti e a chi l’ha venduto un controllo totale sull’utilizzo che ne fa la persona (il cellulare per esempio a chi lo acquista offre il controllo delle mail, di internet, degli sms, delle mappe, mentre a chi l’ha venduto offre il controllo totale su comunicazioni di qualunque tipo e spostamenti fatti dal possessore).
  5. Sarebbe incredibile anche il fatto che OGNI azione svolta ADESSO, da parte di chi ci informa, da parte di chi ci “governa”, da parte di chi ci “aiuta”, sia calcolata (lo è in moltissimi paesi contemporaneamente) come in una rapina degna di Ocean 13 al fine di  innescare, sviluppare e portare a termine una guerra su un fronte vastissimo. Una guerra che renderebbe possibile uno step basilare prendendo due piccioni con una fava, il primo è la richiesta spassionata di più controllo da parte della gente al fine che tutto ciò non si verifichi nuovamente e la seconda e la risistemazione dei debiti e dei crediti.
  6. In ultimo, è incredibile credere ai punti A-E tutti assieme. Chiunque potrebbe dire che si tratta di psicosi, delirio mentale, pessimismo. Ma io credo che Einstein avesse ragione dicendo che “nulla è impossibile, al limite solo improbabile”.

 Osservando le probabilità ad oggi, dei punti A-E diciamo che:

  1. È facilmente riscontrabile che il denaro circolante è solo una minima parte del denaro utilizzato, il resto è solo bit. Inoltre il denaro non è appoggiato su nulla da quando molti anni fa è stato svincolato dall’oro, quindi ogni banconota è fine a sé e il suo vero valore consiste di pochissimi centesimi, giusto la carta, l’inchiostro e la manodopera.
  2. Esiste un organo chiamato Trilaterale e casualmente in questo gruppo ci sono i più grandi banchieri e proprietari di canali di comunicazione, praticamente tutti. Casualmente, negli anni, ad alcuni membri della Trilaterale è scappato di fare affermazioni che si possono trovare sul WEB e su testi vari. Sempre casualmente in 24 ore sono caduti due governi (Grecia e Italia) e al loro posto sono state messe due persone provenienti dalla Trilaterale (Monti è addirittura responsabile per la Trilaterale dell’Europa). Sempre casualmente (mannaggia) alcune delle affermazioni dichiarano l’intento finale di avere un governo mondiale gestito dalle banche e di avere controllo totale sfruttando la tecnologia elettronica e le comunicazioni. Veramente un caso.
  3. Negli ultimi anni, l’Europa ha aumentato il debito di bit con gli USA arrivando al punto di non ritorno (punto obbligato da raggiungere a causa del sistema stesso, informarsi prego). Gli USA sono arrivati al punto di non ritorno con la CINA e da qualche anno la CINA è praticamente padrona del debito USA (quindi degli USA) che a loro volta sono padroni del debito Europeo. Negli ultimi mesi sono stati attaccati con varie scuse alcuni stati che portavano ricchezza (si chiama petrolio) all’Europa (Iraq e Libia) e mentre la Francia sta cercando di fare a botte con la Turchia, l’Europa ha decretato l’embargo dell’Iran (l’Iran sembra si sia ribellato ai dettami della BCE che a quanto pare ha più poter di Dio in persona) e l’Iran ha minacciato di chiudere lo stretto (da dove passa il 20% del petrolio destinato all’Europa) mettendo navi da guerra e facendo operazioni tattiche e balistiche con missili che possono arrivare a 4.500 km di distanza. Gli USA hanno ringhiato al “piccolo” Iran ma da dietro è sbucata una coppia di amici sostenitori, la CINA e la RUSSIA hanno avvertito di “non toccare” l’Iran. I Paesi Europei sono in ginocchi a suon di bit di debito verso le banche. La Spagna, il Portogallo, l’Irlanda, la Grecia, l’Italia e da ieri è ufficiale, anche l’Ungheria.
  4. Le accuse di complotto e della volontà di portare avanti questa tesi “incredibile” sono ovunque. Farrage accusa direttamente il presidente della EU (vederlo su youtube è uno spasso) esponenti di spicco da mezzo mondo fanno altrettanto. In effetti questi “alti papaveri” hanno tutto l’immaginabile e devono crearsi un nuovo gioco, un gioco chiamato “conquistiamo tutto” solo per il gusto di farlo, non perché serva, e come si può criticarli? Persone che si sono ormai annoiate di farsi portare da maggiordomi in limousine al jet privato per andare a teatro con le più belle ragazze del mondo e farsi trastullare come nemmeno il più grande dei sognatori immaginerebbe. Che noia, giorno dopo giorno, è comprensibile no?

 Ma capisco che il mio è solo uno sfogo, un’incredibile fase maniacale di visione complottistica. Anche mentre scrivo mi sembra impossibile che sia vero. Ma come si può pensare che l’amato Nonno abusi della dolce nipotina? Gli ha sempre sorriso, l’ha sempre accudita e poi, cribbio, è suo Nonno, sangue del suo sangue, no no, sarebbe incredibile, impossibile, la bambina lo accusa solo per capriccio, oppure ha fatto un brutto sogno, ecco si, un brutto sogno.

Un brutto sogno ….. Spero solo che a risvegliarmi sia una carezza e non il suono di una bomba o il lamento di qualcuno che no sa cosa mangiare.

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