Questo a mio avviso è il ciclo perfetto che deve servire come impostazione, non semplicemente teorica, ma bensì pratica e funzionale. Dato che la politica non è altro che l’applicazione di un pensiero o di una modalità particolare alla gestione e organizzazione di una comunità, di uno spazio o più in generale di un sistema, e che l’economia non è altro che l’attuazione dei principi politici derivati dalla linea filosofica, si ottiene che il risultato finale non possa essere che il manifestarsi in concreto della filosofia da cui tutto ha avuto inizio.
La mia filosofia dice che una persona, una comunità e di conseguenza l’intero paese, debbano poter vivere in salute, con i migliori servizi possibili, dedicando il tempo necessario a ciò che strettamente parlando “serve”, per avere tempo da dedicare a se stessi e alla comunità, all’apprendimento, al miglioramento e al benessere in generale.
Chiaramente la politica che ne deriva non può che orientarsi verso lo sviluppo di prodotti e sistemi il più naturale e il meno inquinante possibile. Verso la produzione di cibi e materiali il più naturali possibile. Verso l’impiego necessario ai fini di un ambiente migliore, mentre dedica energie al tempo libero, alla creatività, all’arte e tutto il resto.
L’economia che ne deriva di conseguenza vedrà la produzione di beni e servizi nel rispetto della linea politica intrapresa e della filosofia sulla quale poggia e il risultato sarò la trasposizione della filosofia dalla teoria alla pratica.
Altrettanto ovvio è osservare la situazione attuale e chiedersi “qual’è la filosofia alla base”? Inquinamento e disservizi, uso della forza e della pressione accompagnato da un abbandono della creatività. Aspetta un attimo, a me sembra che la filosofia alla base, di conseguenza, al di la di eventuali negazioni verbali, nei fatti suoni così “la filosofia che adottiamo è quella dello sfruttamento totale. Non abbiamo interesse a mantenere, sviluppare o utilizzare l’ambiente e le sue risorse in nessun altro modo”. E per quanto chiunque a parole possa sostenere il contrario, nei fatti questi sono i risultati.
Chiunque segue una filosofia, anche se non lo sa, ma le sue azioni trasformeranno quelle idee in fatti tangibili e allora al di la di ciò che predica si vedrà chiaramente ciò che ottiene. Che lo voglia o no non è importante, ma solo un elemento che peggiora la sua situazione in quanto una persona che dica di volere una cosa e sistematicamente ne ottenga un altra, dei due, o è falsa o è scema.
Quindi, sia per il singolo individuo, che per un azienda e a maggior ragione per una nazione, il mio consiglio è “scrivi la filosofia che guiderà le tue azioni, scrivi ciò che vorrai realizzare, poi sviluppa delle linee guida che rendano fattibile quel proposito e alla fine delle azioni capillari che attuino le linee guida in ogni contesto. Ciò che avrai alla fine sarà il tuo sogno materializzato, e non potrà mai essere un inferno.
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