Trova una persona che abbia successo e potere, poi chiedigli come dovresti fare per ottenerle a tua volta. In risposta riceverai delle regole, ma se conosci la persona, scoprirai che lei non le usa. Se il suo successo e il suo potere non fossero legati al fatto di averti come seguace (fosse anche solo per acquistare un suo prodotto) forse ti direbbe la verità. Ti direbbe che non devi dipendere da nessuno e che non devi avere sensi di colpa per le tue azioni.
In questa affermazione, che sviluppo su gentile consiglio di Tony, si intrecciano tre punti che meritano un approfondimento. Il primo riguarda le regole ed è un consiglio diretto a chiunque debba spiegare concetti o a chiunque li voglia imparare.
REGOLE E ABILITA’
Ti è mai capitato di voler imparare a fare qualcosa, di cercare qualcuno che avesse scritto il modo di farlo e di leggere le regole che costui aveva scritto? Scommetto che non sempre ci sei riuscito. Voglio farti notare che, ogni volta in cui si trattava di “fare” qualcosa, di ottenere un risultato prevedibile, concreto, ammesso che la regola fosse scritta bene, ci sei riuscito, mentre ogni volta che si trattava di “sviluppare un’abilità” ti sei trovato in difficoltà.
Ebbene, devi sapere una cosa. Non c’è altro modo per tentare di insegnare un’abilità, se non quello di “verbalizzarla” o “mostrarla”.
Mostrarla non è sempre possibile e comunque anche potendo “vedere”, vedresti solo “gesti” il che non è molto diverso che leggere “regole” anche se indubbiamente è più pratico.
L’abilità di creare ricette è una cosa molto diversa dal realizzare una determinata ricetta. L’abilità di creare una canzone è una cosa molto diversa dal suonare una determinata canzone. L’abilità di aiutare qualcuno è una cosa molto diversa dall’aiutarlo in una determinata cosa. Eppure, tanto il trasferimento di come fare una determinata ricetta, quanto il tentativo di insegnare l’abilità di crearne a piacimento, passano attraverso la comunicazione, diretta o scritta, visiva o registrata.
Un’abilità s’insegna tramite regole ma non s’impara tramite regole. Chi la insegna non ha scelta, ma tu che la impari la scelta l’hai. Puoi cercare di applicare le regole oppure cercare di comprendere perché tali regole furono scritte. L’abilità di creare in qualunque soggetto, è frutto della comprensione dei fondamenti del soggetto stesso.
Noterai con una certa sorpresa che chiunque desideri insegnarti un’abilità creativa, ti insegnerà regole che lui stesso non usa o non usa in quel modo. Non potrebbe fare altrimenti. Un maestro di arti marziali, creatore di una nuova arte, disse una volta, “prima di conoscere il Kung Fu credevo che un pugno fosse solo un pugno. Mentre imparavo il Kung Fu scoprii che un pugno non è solo un pugno. Ora che conosco a fondo il Kung Fu posso affermare con assoluta certezza che un pugno è solo un pugno. Egli dovette imparare tramite regole, ma solo quando andò oltre comprese l’essenza e fu in grado di creare. Le regole servono per imparare cose meccaniche, non abilità creative, ma non c’è altro modo per provare a insegnarle.
Tuttavia esiste un modo, o una regola se preferisci, che ti può aiutare. Quando ti appresti a imparare un’abilità creativa, che come tale non ha mai lo stesso scenario e/o gli stessi elementi, puoi chiederti “perché”.
Prima leggi le regole e i consigli e poi chiediti “perché”. Perché proprio quei consigli, perché proprio quelle regole, perché proprio quella sequenza. Cerca di comprendere cosa c’è dietro. L’essenza del pensiero dal quale quelle regole provengono.
Immagina una linea retta. Una linea che parte dal testo che stai leggendo e finisce contro qualcosa attorno a te. Diciamo che finisca contro il muro più vicino. Ecco quella è la rappresentazione di una regola. Qualcosa che viene espresso nel testo e che potrai applicare solo al muro e a null’altro. Ora immagina che dal testo si crei una sfera di energia. Il testo è al centro della sfera. Non hai più una linea, non hai più una direzione. Hai “ogni” direzione possibile a piacimento. Migliore è la comprensione, più grande è la sfera e più sono le cose che la sfera include e sulle quali puoi applicare la tua conoscenza. Questa è la rappresentazione della comprensione di un’abilità.
Per imparare un’abilità creativa devi considerare le regole solo come indizi per arrivare a comprendere ciò che l’altro non potrà mai insegnarti, in quanto essenza individuale.
Il secondo punto riguarda il fatto di dipendere da qualcuno
DIPENDERE E INFLUENZARE
In te due universi si fondono a tal punto da sembrare uno. Per recitare la tua parte hai bisogno di un teatro e di un ruolo e questa è l’aspetto materiale della faccenda. Poi crei l’atmosfera, il pathos e dai vita alla rappresentazione e questo è l’aspetto immateriale. Se per recitare hai bisogno di “quel pubblico”, di “quel teatro” di “quel ruolo”, probabilmente sei dipendente e sei influenzato. Se invece non dipendi da “quei” fattori, allora puoi creare vestendo i panni di qualunque ruolo, su qualunque teatro e con qualunque pubblico, consapevole che sei tu a dare importanza al resto e non il resto a dare importanza a te. Come può avere successo e potere un attore che è talmente limitato da avere una sola parte, in un solo luogo alla mercé di un solo pubblico? Il cambio dello spettacolo, la rivisitazione della partitura, la chiusura del teatro o il mancato applauso diventano morte per un tale attore. Se dipendi da un altro per essere, allora non sei e per essere non devi avere “una” parte, in “un” teatro con “un” pubblico. Più ti aggrappi a queste cose, alle cose, ad ogni cosa e sempre più ottieni di essere schiavo con il successo ed il potere di uno schiavo.
Il terzo punto riguarda il fatto di non provare sensi di colpa per le tue azioni.
COLPA E RESPONSABILITA’
Immagina una linea infinita e immaginati sulla linea, un lato è il futuro, l’altro lato il passato, dove sei tu c’è il presente. Ora immagina di far cadere un vaso e di vederlo mentre si rompe. Nel momento in cui l’ultimo pezzetto tocca terra tu sei già più avanti e il vaso è nel passato. Se ti rammarichi (sentimento umano comprensibile) stai pensando al vaso del passato e provi una sensazione che si chiama colpa. Essendo nel passato non potrai fare nulla e rimarrai con il senso di colpa. Se invece pensi a come rimediare, pulire, rimettere assieme i pezzi e comprendere come è potuto accadere per fare in modo che non accada di nuovo, allora sei nel presente con un piede nel futuro e da li puoi agire. Questo è conosciuto come responsabilità.
Questo era il senso della prima affermazione che può indicare una persona nociva o una bella persona, indifferentemente, anche se io pensavo alla seconda e non alla prima. L’unica differenza è che la prima ottiene l’indipendenza attraverso strumenti materiali, e non ha sensi di colpa perché, incapace di amore, deve estirpare le emozioni per potersi svegliare ogni mattina.
La seconda invece ottiene l’indipendenza rifiutando il vincolo degli aspetti materiali, che usa ma che non venera e non prova sensi di colpa perché dagli errori che rimedia, impara. Questa persona non teme la perdita di nulla, anche se preferirebbe vedere le cose belle fare il loro corso invece che andarsene prematuramente e non teme l’azione anche se non ne compie di avventate (o almeno non spesso) in quanto sa che da essa, qualunque sia il risultato, può solo imparare.
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